I primi sorrisi, le prime parole, i primi passi… I neogenitori vivono con trepidante attesa il l’inizio di queste fasi, in alcuni casi persino con ansia quandoil raggiungimento di determinate tappe evolutive sembra tardare ad arrivare.
La fine del congedo di maternità e il ritorno al lavoro impongono alla famiglia una nuova organizzazione per delegare l’accudimento del bambino quando la mamma si assenta.
Nonni, tata, asilo nido: qual è la scelta più giusta?
Delegare l’accudimento del bambino, anche piccolissimo, è spesso una necessità inevitabile. Il precoce ritorno della neo mamma nel mondo del lavoro rende infatti indispensabile l’inserimento, nella vita familiare, di figure di supporto come appunto la babysitter.
La scelta della persona più giusta può richiedere anche molto tempo e tante sono le variabili da tenere in considerazione, soprattutto quando l’impegno quotidiano richiesto è molto consistente in termini di ore.
Ma quali sono i criteri che dovrebbero guidare la nostra scelta?
Il passaggio dal pannolino al vasino è una tappa obbligata ma che tende a generare ansie, in realtà totalmente ingiustificate. Fondamentalmente bisogna solo armarsi di pazienza e stracci per pulire a terra!
Più che la mancanza di tempo libero, la difficoltà di riuscire a farsi una doccia, la fatica di prendere un caffè con gli amici, i neogenitori lamentano la mancanza di sonno. Si moltiplicano le leggende metropolitane di neonati capaci di restare svegli per giorni e giorni, di genitori costretti a vagare in automobile di notte per far addormentare il bambino e di piccoli tiranni in grado di torturare mamme e papà con i loro occhietti spalancati alle tre del mattino.
Il neonato ha bisogno di tempo per potersi adattare alla vita fuori dal caldo abbraccio del pancione della mamma; i suoi ritmi sono profondamente diversi da quelli di un adulto e anche molto mutevoli. Soprattutto per quanto riguarda il sonno.
Molto spesso le nostre aspettative rispetto al sonno del bambino sono falsate da una scarsa conoscenza di questa diversità di ritmi. Il neonato dorme poco e spesso, e impiegherà diversi mesi per “imparare” a dormire tutta la notte.
Abbiamo superato lo svezzamento e il ritorno al lavoro, siamo sopravvissute all’inserimento all’asilo (o al nido), abbiamo iniziato a costruire un minino equilibrio organizzativo ma quando andiamo a riprendere il bambino e l’assistente di infanzia ci dice che “oggi il piccolo non ha voluto la pappa…”, qualcosa dentro di noi inizia a scricchiolare.
Arriva l’estate e il mare diventa una delle mete preferite delle famiglie: intere giornate all’aria aperta, bagni, giochi… I vantaggi di poter trascorrere il proprio tempo al mare sono tantissimi, sia per gli adulti che per i bambini.
Nonostante l’oggettiva fatica organizzativa di una giornata in trasferta – che prevede cambi di vestitini e costumini, pannolini in quantità, pappe, giochini, annessi e connessi – il mare rappresenta un’occasione per sperimentare un mondo nuovo.
Le neo mamme si ritrovano spesso a fare i conti con precoci rientri al lavoro e, ancor prima della nascita del bambino, devono organizzarsi tra tata, asilo nido e nonni.
Chi sceglie il nido si interroga sul momento più opportuno per inserire il bambino: quanti mesi bisogna aspettare prima che il piccolo possa più facilmente accettare la separazione dalla mamma?
Per tante famiglie i mesi estivi sono decisivi per la difficle scelta dell’asilo nido in cui iscrivere i bambini.
Infatti, valutata come soluzione migliore, l’iscrizione in un servizio per l’infanzia, piuttosto che una babysitter o i nonni, il passo successivo è quello di scegliere a chi affidare il proprio figlio.
Il presente articolo ha l’obiettivo di aiutare i genitori in questa difficile scelta; di seguito alcuni consigli: