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La buona Pedagogia: giocando si impara

La buona Pedagogia: giocando si impara

La buona Pedagogia: giocando si impara

Il gioco rappresenta per il bambino una dimensione fondamentale, che lo pone all’interno di una pluralità di esperienze. Queste richiedono e sollecitano capacità decisionali, progettuali e rimandano, inevitabilmente, a specifici modelli culturali di comunicazione. Come afferma anche Maria Montessori, i cui scritti rappresentano un classico del pensiero pedagogico (cfr. La scoperta del bambino – Maria Montessori).

Con il gioco si scopre il mondo

Attraverso il gioco il bambino entra in relazione con il proprio ambiente, con i suoi oggetti e con le persone che lo abitano.
Dunque, giocare non ha la sola funzione di auto-conoscenza, bensì funge anche da legame con gli altri, di interconnessione con il mondo. Il gioco viene considerato ed interpretato come strumento di comunicazione, ovvero, il bambino che gioca è un bambino che fondamentalmente è capace di comunicare.

La funzione dei giochi è quella di mettere in luce ed in esercizio, tanto il cuore quanto la mente, che sono dei grandi addestratori delle facoltà dell’uomo. La rappresentazione vera e propria della vita è sostanzialmente creatività, dinamicità, partecipazione e condivisione.
Lo spirito ludico, uno strumento che crea relazione intersoggettive e capace di trasmettere cultura.

Il gioco è quindi attività fondamentale dell’infanzia: il più alto grado di sviluppo dell’essere umano, perché è espressione libera e attiva dell’interiorità spirituale, espressione dovuta alla necessità e al bisogno di esprimersi dell’interiorità stessa. La creatrice attività dello spirito si manifesta nel bimbo sotto forma di gioco: fare, produrre, ecco la sua gioia più grande. Lasciamo che il bimbo conquisti il mondo costruendolo da sé e lasciamo che appunto giochi in libertà.

Il gioco è manifestazione dell’interno dell’anima di ogni bambino, è genuino e spirituale. I giochi dell’infanzia non sono da riguardarsi come frivolezze, ma come cose di molta importanza e di profondo significato. La realtà del gioco è una realtà parallela, non può essere fondata su un rapporto razionale, perché nel giocare le regole della vita vengono momentaneamente sospese, e si consente al bambino di creare nuovi scenari e nuovi stati d’animo.


Il tema del gioco è approfondito in alcuni corsi online disponibili sulla piattaforma igeacps.it. In particolare, suggeriamo i seminari gratuiti online L’importanza del gioco nel bambino e Giocare crescendo, crescere giocando.


Cosa significa giocare

Giocare significa creare il “mondo del gioco”, in cui chi gioca sceglie spazi e propri tempi personali, autodefinendo le proprie condizioni di esistenza e libertà. Insieme al gioco viene lo spirito e la sua essenza vera, che materia però non è. I bambini giocano e sanno ben giocare, l’esistenza del gioco avviene, è possibile proprio grazie all’influenza dello spirito: il gioco è irrazionalità pura. Il gioco e il saper giocare necessitano di pensiero puro e libertà e insieme creatività, allora esso diventa strumento di un apprendimento sano e proficuo. Senza le caratteristiche sopra elencate, diviene mera operazione di intrattenimento.
Il bambino proprio con il gioco irrompe con una sua forza positiva all’interno di schemi convenzionali, di realtà definite, e si contrappone ad ogni volontà assoluta delle cose.

Non si insegna ai bambini come giocare, loro devono essere liberi di sperimentare e di esprimersi. Quando si gioca i bambini mescolano reale ed irreale, illusione e verità, coscienza ed immaginazione.
Tutte le volte che il bambino inizia a giocare svolge inoltre un’azione intelligente, il gioco educa e consente ai bambini di migliorare le proprie conoscenze. Il gioco consente al bambino di imparare ad apprendere, attraverso un percorso di attività tentativi ed esperienze varie. Indipendentemente dal riconoscimento esplicito dei contenuti educativo, tutti i giochi hanno valore educativo.

Giocare attraverso i laboratori sensoriali

Un’occasione di gioco ed apprendimento è sicuramente quella della costruzione dei laboratori plurisensoriali. Dolores Prencipe – psicopedagogista ed esperta di tematiche educative – ha svolto attività laboratoriali e formative in moltissimi asili nido e scuole d’infanzia. La creazione di spazi identitari in cui creatività, sperimentazione, scoperta ed autoapprendimento costituiscono i fondamenti di un approccio basato sulla consapevolezza che il bambino impara ed apprende essenzialmente attraverso azioni-gioco che attivano tutti i sensi. lo stimolo ed il potenziamento di tutte le abilità del bambino.

Attraverso le pratiche laboratoriali si richiede di favorire e scoprire le capacità di ciascun bimbo.
Elenchiamo qui di seguito alcune delle più importanti:

  • Laboratorio tattile: il bambino molto piccolo, del nido d’infanzia, tende a completare tutte le sue scoperte sensoriali con l’esperienza tattile. Il bambino potrà, quindi, scoprire le sensazioni tattili, verbalizzare quelle provate e definire le diverse qualità dei materiali.
  • Laboratorio dei colori: tutto è finalizzato al potenziamento delle abilità di discriminazione monocromatica, si imparano riconoscere i colori primari quelli secondari. È importante che ad un bambino si offrano opportunità ludiche di questo tipo.
  • Laboratorio dei suoni: l’idea di base di questa proposta laboratoriale è che i bambini possano essere educati all’ascolto, alla musica, attraverso un approccio ludico. Una educazione musicale precoce influenza lo sviluppo di funzioni cognitive come la memoria e attenzione.
  • Laboratorio dei sapori e degli odori: attraverso la manipolazione di alimenti-elementi, si promuove l’esperienza diretta e le fattorie didattiche possono facilitare, nel bambino, l’esplorazione e la scoperta, fornendo loro strumenti cognitivi ed emotivi.

Questa ispirazione ludica trova il proprio fondamento anche nella teoria delle intelligenze multiple: Educazione e sviluppo della mente. Intelligenze multiple e apprendimento di Howard Gardner – educatore e psicologo statunitense.
I giochi valorizzano la diversità intellettiva dei bambini. Attraverso di essi dimenticano di apprendere in modo spontaneo e naturale. Oltre a garantire un ambiente privo di ansia da prestazione.
Il gioco quindi diviene strumento e opportunità di crescita per il bambino, in un’ottica di rispetto e di valorizzazione dei suoi processi socio-affettivi.