Inserimento alla scuola dell’infanzia: come prepararsi
La scuola dell’infanzia
Con l’arrivo dell’estate, per molti genitori arriva il momento di iniziare a prepararsi all’ingresso dei propri bambini alla scuola dell’infanzia. Si tratta, infatti, di un passaggio particolarmente delicato e importante per la crescita del piccolo, soprattutto se è la sua prima esperienza lontano da casa, dalla famiglia e in un contesto sociale con bambini suoi coetanei (ad esempio, se non ha frequentato asili nido o baby parking).
La scuola dell’infanzia rappresenta, quindi, il primo passo verso una nuova fase della vita del bambino, caratterizzata da nuove relazioni, nuove attività e nuovi ambienti da scoprire ed esplorare.
Solitamente, l’ingresso alla scuola dell’infanzia avviene dopo il compimento dei tre anni, ma se il bambino ha già acquisito le principali funzioni socio-cognitive e motorie necessarie per lo sviluppo dell’autonomia personale (es: linguaggio, motricità fine, controllo degli sfinteri), può essere considerato anche a partire dai due anni e mezzo.
È importante, tuttavia, tenere presente che le fasi dello sviluppo variano sensibilmente da bambino a bambino e, di conseguenza, anche l’età “giusta” per iniziare questo percorso è molto soggettiva. È opportuno, quindi, prestare molta attenzione alle reazioni e ai comportamenti del piccolo, sostenerlo e non lasciarsi prendere dalla fretta o dalla paura che possa “rimanere indietro” se, invece, si sceglie di aspettare un altro anno e attendere il compimento dei tre anni.
Inserimento alla scuola dell’infanzia: le possibili difficoltà
L’inserimento alla scuola dell’infanzia porta con sé delle nuove sfide per i bambini, che spesso possono manifestare alcune difficoltà nell’adattarsi a ritmi, spazi e persone con cui non hanno familiarità.
Alcuni bambini presentano, soprattutto nei primi tempi, sintomi di tipo ansioso: risvegli notturni, incubi, enuresi (pipì a letto), tic nervosi, ecc. Questi sintomi tendono a sparire in breve tempo, non appena il bimbo acquisisce maggiore sicurezza e si abitua al nuovo contesto, ma è comunque importante prestarvi attenzione, così da rassicurare il piccolo e dargli il sostegno e l’aiuto di cui ha bisogno.
In altri casi, si può assistere a fenomeni di regressione, ossia situazioni in cui il bambino si comporta in modo “immaturo” per la sua età e torna a uno stadio precedente, meno autonomo: ad esempio, può capitare che il piccolo, già abituato a nutrirsi con alimenti solidi, chieda il biberon; che torni a chiedere il pannolino nonostante sappia usare correttamente il vasino; oppure che mostri una regressione del linguaggio. Anche in questo caso, si tratta, solitamente, di comportamenti transitori, che tendono a risolversi spontaneamente con il tempo.
Tuttavia, se questi comportamenti non diminuiscono ma, anzi, permangono o si intensificano con il tempo, potrebbero nascondere un disagio più grande, legato alla sfera cognitiva, emotiva o relazionale, che può necessitare di un’attenzione diversa.
In questo caso, è opportuno affrontare la questione dapprima con l’insegnante e, se necessario, con uno psicologo o neuropsichiatra infantile, in modo tale da poter verificare l’eventuale presenza di difficoltà neuropsicologiche o disturbi specifici, quali: problemi di tipo neuro-sensoriale (vista, udito), ritardi motori (difficoltà nella motricità fine, disprassia), disturbi del linguaggio (vocabolario limitato per la sua età, scarsa comprensione del linguaggio altrui), difficoltà di socializzazione, ansia o depressione infantile.
Come comportarsi e cosa evitare
Per prepararsi e preparare al meglio i propri figli all’ingresso alla scuola materna, è fondamentale, innanzitutto, mostrarsi sicuri e tranquilli: molto spesso, infatti, le eventuali reazioni di rifiuto o paura che manifestano i bambini nei confronti della scuola sono una risposta ai comportamenti e alle emozioni che vedono nei propri genitori.
È opportuno, quindi, rassicurare il bimbo e suscitare in lui curiosità e interesse nei confronti della scuola dell’infanzia, ad esempio, raccontando delle esperienze di fratellini o cuginetti più grandi, spiegando quali sono le attività che si svolgono a scuola durante la giornata ed evidenziando i suoi progressi e i suoi successi, grandi o piccoli che siano, con lodi e premi. Il confronto con i coetanei, infatti, è un aspetto fondamentale per il bambino, ma può anche rappresentare un motivo di insicurezza se, per esempio, sente di non essere ancora al passo con gli altri – magari perché leggermente più piccolo di età oppure meno “esperto” in alcune attività. In questi casi, il sostegno e l’incoraggiamento del genitore e dell’insegnante sono ancora più importanti.
Bisogna evitare a tutti i costi, invece, di riversare sul piccolo le proprie ansie e preoccupazioni legate al suo livello di sviluppo. Uno degli aspetti più pressanti per il genitore che deve iscrivere il bambino alla scuola materna è lo “spannolinamento”: molte scuole dell’infanzia, infatti, non consentono l’iscrizione ai bambini che non sono ancora in grado di utilizzare il wc in autonomia. La spinta frenetica a togliere il pannolino entro l’estate, in tempo per entrare alla materna a settembre, può generare nel piccolo un senso di paura e insicurezza nei confronti della scuola dell’infanzia e, di conseguenza, non solo rischia di peggiorare la situazione e allungare i tempi, ma anche di creare un’associazione mentale tra l’ingresso alla scuola materna e le sensazioni negative provate nei mesi immediatamente precedenti.