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I BAMBINI E LA TELEVISIONE, DA SEMPRE BINOMIO DISCUSSO: UNO STRUMENTO COMUNICATIVO NON DA DEMONIZZARE MA DA CONOSCERE E GESTIRE

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I BAMBINI E LA TELEVISIONE, DA SEMPRE BINOMIO DISCUSSO: UNO STRUMENTO COMUNICATIVO NON DA DEMONIZZARE MA DA CONOSCERE E GESTIRE

Pensare alla TV come strumento comunicativo solo capace di incidere negativamente sulla mente dei bambini non è un assunto totalmente veritiero. Noi adulti di oggi siamo stati coinvolti dalla televisione, siamo cresciuti con tanti programmi e cartoni animati; i nostri genitori non l’hanno disdegnata, specialmente quando martedì 1° febbraio 1977, in Italia, “sbarcò” la televisione a colori.

I BAMBINI E LA TELEVISIONE

I nostri genitori ci raccontano e ricordano con piacere anche la tv degli anni precedenti, ovvero quel periodo che va dal 1957 in poi, quando da piccoli, prima della messa a letto, veniva concesso loro il lusso di poter guardare Carosello, si diceva, infatti: “A letto dopo Carosello”.  Un momento di gioia prima di dormire, la televisione ancora in bianco e nero ma nuova, pubblicità simpatiche con protagonista il buffo e simpatico Calimero; un momento di televisione meno austero, visto il contesto storico del dopoguerra; più rilassante e allegro, un ideale intrattenimento per i più piccini dell’epoca.

Ecco, dunque, alcuni assunti in favore della televisione, quella degli inizi, certamente, ma comunque delineanti la positività del mezzo di comunicazione, che ad oggi è sicuramente cambiato, sia nei contenuti che nella fruizione. A tal proposito, Steve Biddulph, terapista familiare e autore del libro Il segreto dei bambini felici, introduce il tema della televisione consigliando ai genitori di oggi di osservare il proprio figlio quando è lì davanti, per comprendere esattamente i cambiamenti e le note negative nell’ utilizzo non troppo regolato di questo strumento. Afferma che l’attività cerebrale, davanti ad uno schermo televisivo, è di gran lunga rallentata, si possono notare infatti atteggiamenti più passivi e sguardi persi, scrive Biddulph, come in uno “stato alterato” rispetto a quando si è intenti ad ascoltare una storia o leggere un libro; il cervello è sottoposto a più stimoli perché quanto ascoltato/vissuto non si vede ma si immagina.

LA TV PER I BAMBINI: SCEGLIERE PROGRAMMI E CARTONI DI QUALITÀ

Steve Biddulph, nel testo succitato, sottolinea anche la necessità di fruire della televisione, dei suoi programmi, possibilmente educativi, con la presenza di uno o entrambi dei genitori, per far sì che si possa vivere un momento attivo e creativo; ponendo domande al bambino, dialogando insieme, cantando anche delle canzoncine, come spiega l’autore, si aiuta il proprio figlio a “partecipare attivamente”.

Quando parliamo di programmi educativi non vanno di certo esclusi i cartoni animati, ma anche quelli devono essere scelti attraverso dei criteri qualitativi. La giornalista e terapeuta Nessia Laniado, nel suo libro Il grande libro del bambino, ci parla dei cartoni animati e delle loro caratteristiche, quelle che andrebbero rispettate, ancor di più trattandosi di un bambino tra i 2 e i 3 anni, circa:

  • Per la nostra autrice, innanzitutto, i cartoni animati di oggi non tengono conto dei ritmi dello sviluppo cognitivo dei più piccoli, dando ampio spazio a musiche forti, troppi effetti speciali sia visivi che sonori e inopportuni repentini cambi di scena.
  • Un buon cartone, invece, per la nostra terapeuta, dovrebbe essere curato, oltre che nei contenuti, ovviamente mirati a educare oltre che intrattenere, nella animazione: immagini semplici e movimenti lenti.
  • I colori e i dettagli sono importanti, ma la semplicità, che definisce gli oggetti e i personaggi, lo è altrettanto per una più facile comprensione.
  • In ultimo, la colonna sonora, la musica di sottofondo deve essere soft e a volume moderato, armoniosa e capace di accompagnare i diversi momenti del cartone, le differenti scene ed emozioni caratterizzanti; una musica ad alto volume distrae troppo il bambino dal significato di ciò che sta seguendo.

COME GUARDARE LA TELEVISIONE: ALCUNE REGOLE

Certamente non esiste e non sarebbe corretto un divieto nel guardare la TV, ma altrettanto vero è che, come in tutto, alcune regoline, dei principi base da seguire per una corretta fruizione della televisione, sono doverosi per la tutela del bambino, del suo sano sviluppo neurologico. Vediamone alcuni qui di seguito:

  • Innanzitutto, va considerato di evitare la televisione fino almeno al compimento dei quattro anni, come afferma anche l’American Accademy of Pediatrics.
  • Fare attenzione, poi, nel non lasciarli soli nella fruizione, anche solo di un semplice cartone animato; l’effetto “ipnosi” non va trascurato: la tv interferisce con lo sviluppo cerebrale e può causare un deficit dell’attenzione, in là nel tempo. Quindi è sano stare accanto al bambino, interrompendo la visione con domande che lo richiamino, distraendolo dalla forte suggestione delle immagini.
  • La televisione non deve essere un sostituto del genitore; lasciare un bambino davanti ad essa perché si ha da fare, perché più comodo, non è da considerare tra le prescrizioni più adeguate, diventerebbe una situazione poco gestibile.
  • Va verificata, inoltre, la distanza di almeno tre metri dalla TV; un audio non alto e una giusta illuminazione per non sforzare la vista del bambino.
  • Evitare di consegnare impropriamente il telecomando nelle mani del bambino, con lo “zapping” potrebbe trovarsi di fronte ad immagini non adatte per la sua età.
  • Al mattino, prima della scuola, niente televisione, al fine di evitare stanchezza mentale ancor prima l’inizio delle lezioni.
  • Durante lo svolgimento dei compiti, nel pomeriggio, la televisione mai accesa, per agevolare la concentrazione.
  • Infine, alla sera, prima della messa a letto, ricordare di spegnere la televisione; addormentarsi davanti a film, programmi o cartoni, non indurrebbe ad un buon sonno ristoratore.

a cura di Roberta Favorito