CHI È RUDOLF STEINER: I SUOI PRINCIPI E LA WALDORF SCHOOL
Tra i grandi cambiamenti pedagogici del Novecento, va annoverato anche il contributo del filosofo e ricercatore di origine austriaca Rudolf Steiner (1861-1925). Durante questo periodo storico, si diffusero le scuole steineriane dette Waldorf: la prima scuola fu fondata nel 1919 dai figli degli operai della fabbrica di sigarette Waldorf Astoria, da qui la derivazione del nome. I principi del filosofo Steiner sono mirati e diretti al rispetto delle diverse fasi di crescita del bambino, al suo sviluppo evolutivo; indipendenza e libertà come necessari e fondamentali per il sano benessere psicofisico del bambino.
La profonda conoscenza del bambino è indispensabile per creare una connessione profonda con chi è responsabile e guida del suo sviluppo; i bisogni di ogni bambino sono altrettanto importanti per poter soddisfare le sue esigenze nel rispetto delle caratteristiche personali differenti. Il bambino è considerato “interamente”, ovvero nell’unione e nell’equilibrio tra il cuore la mente e il movimento. Afferma il filosofo, a tal proposito: “Il bambino cresce con il suo organismo”. Un organismo composto da diversi elementi, che però insieme creano uno straordinario bilanciamento tra le parti:
- Elementi caratterizzanti l’emotività e il rapporto con l’altro.
- Elementi caratterizzanti la razionalità.
- Elementi caratterizzanti l’azione, la manualità, il movimento globale corporeo, senza dimenticare l’autonomia.
Steiner non tralascia un altro aspetto rilevante per cercare di comprendere a pieno i bambini, suddivide infatti i temperamenti e li associa ai quattro elementi naturali, per riuscire a indirizzare al meglio gli insegnamenti, valorizzando le unicità:
- L’elemento del Fuoco associato ad un temperamento più collerico (“combattivo”).
- Terra associato al temperamento malinconico (timidezza).
- Acqua associato al temperamento flemmatico (introversione).
- Infine, Aria associato al temperamento sanguigno (vivacità).
LA PEDAGOGIA STEINERIANA E LE FASI EVOLUTIVE DEL BAMBINO
Le scuole Waldorf suddividono la crescita in fasi diverse: 0-7 anni, in cui il gioco e lo sviluppo fisico sono centrali; 7-14 anni, in cui le emozioni sono importanti; 14-21 anni, in cui l’apertura al mondo adulto è preminente. Vediamo con ordine, nello specifico le diverse fasi evolutive e le loro caratteristiche, secondo la pedagogia di Rudolf Steiner:
Ø Prima fase (0-7anni): giocare, imitare, guardare e osservare cosa accade intorno, il mondo nuovo che appare e che diventa parte della vita di un bambino in questa fascia di età; si fa esperienza e si apprende per imitazione, il corpo cresce e cambia.
Ø Seconda fase (7-14 anni): le relazioni, i sentimenti e la sfera emotiva diventano parte integrante dell’apprendimento; è il momento di sperimentare e comprendere le altrui personalità, fatte di “cattivi” e “buoni” sentimenti. Conoscere il mondo e gli altri vuol dire, innanzitutto, comprendere se stessi e tutto ciò che si prova, anche quello che è più complicato accettare di sé.
Ø Terza fase (14-21 anni): adolescenza e novità; contraddizioni ed insicurezze. Tra la voglia di autonomia, distacco dai genitori e libertà, non mancano momenti di grande solitudine, in cerca di risposte e punti di riferimento, di persone su cui poter contare e di cui potersi fidare.
La pedagogia steineriana condivide punti in comune con un’altra famosissima metodologia educativa, la pedagogia di Maria Montessori, ma ha, contemporaneamente, anche diverse caratteristiche, alcuni principi che non si incontrano, non convergono tra loro.
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RUDOLF STEINER E MARIA MONTESSORI
Innanzitutto, vediamo quali punti in comune hanno queste due scuole di pensiero pedagogico:
Né la scuola Montessori, né quella Steiner danno voti o giudizi sul livello di apprendimento. I bambini sono liberi di fare esperienze e apprendere senza fretta, ognuno con i propri tempi. La libertà di sbagliare è assicurata, nessuno rimprovera l’errore; esiste il tempo per rimediare e capire da soli, il progresso evolutivo è dato dalla capacità di potersi correggere da sé, senza creare aspettative o pressioni.
Differenze di pensiero
Se esistono i punti in comune, non mancano però delle divergenze e delle differenti visioni, vediamo quali:
§ Innanzitutto, le divisioni tra bambini: se Steiner raggruppa i bambini per età, per cui coetanei assieme, classi omogenee, la pedagogia montessoriana, invece, prevede le classi miste, per far sì che lo scambio di esperienze, in diverse fasi della formazione, sia incentivo di crescita reciproca, di stimolo per apprendere l’uno dall’altro.
§ Altra netta differenza è quella relativa all’insegnamento della scrittura e della lettura: se nella scuola montessoriana viene inserito sin da subito, dalla scuola dell’infanzia, nella scuola steineriana il gioco è centrale e di primaria importanza, insieme alla stimolazione della fantasia e dell’immaginazione.
Dunque, possiamo affermare che, laddove la pedagogia di Maria Montessori concentra i suoi obiettivi educativi su un approccio più scientifico, imparare la scienza è davvero importante per la pedagogista, come far comprendere già da piccoli il funzionamento di ciò che li circonda, il metodo di Rudolf Steiner, invece, mette i bambini più in contatto con la natura, gli animali, l’arte, la spiritualità è centrale e la fantasia incentivata. Se per il primo approccio, quello della Montessori, lo sviluppo del bambino è concentrato sin da subito e globale, per Steiner, è fondamentale e imprescindibile il rispetto della suddivisione in fasce di età, il rispetto dei diversi momenti di crescita.
a cura di Roberta Favorito
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