La genitorialità e le normali fasi di sviluppo del bambino
Steve Biddulph, noto terapeuta familiare, autore del best seller “Il segreto dei bambini felici”, con cui cerca di sostenere i genitori nel meraviglioso, anche se complesso, compito di educare i propri figli, evidenzia come conoscere le Fasi di Sviluppo del bambino possa certamente aiutare i genitori a comprendere al meglio le sue necessità, sapendo agire e reagire nel migliore dei modi.
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Spesso, una domanda risuona nel genitore e lo accompagna per moltissimo tempo, riferendosi al proprio figlio, durante alcuni momenti precisi della sua crescita: “Ma questo è normale?”.
Le fasi di sviluppo sono tappe significative e di evoluzione del bambino che, se ben conosciute, creano nei genitori una forza e una sicurezza maggiore nell’affrontare momenti di dubbio e difficoltà.
Insieme a Biddulph, affronta l’argomento, e la descrizione delle fasi di sviluppo, “l’educatrice di genitori” Jean Illsley Clarke, che nel 1978 pubblica il suo primo libro per genitori “Self-Esteem: A Family Affair” (Autostima, un affare di famiglia). L’autrice pone dunque l’autostima come centrale e determinante per una sana costruzione familiare, fondamentale per la crescita serena dei bambini.
Nata il 26 aprile 1925, Insegnante e anche ricercatrice, collabora nella scrittura di circa 18 libri guida per i genitori; i suoi concetti sullo sviluppo del bambino, e le fasi della crescita, sono illuminanti per tutti i genitori che vogliono capire meglio come affrontare il decisivo ruolo nella vita dei propri figli.
Una autrice, educatrice appassionata e vocata al proprio mestiere; ad un certo punto, lascia anche il suo lavoro di insegnante e si dedica alla famiglia e alla genitorialità, a cui riserva notevole pregio e attenzione: capisce che il lavoro sui bambini e i genitori è determinante per creare un mondo migliore e dare un contributo considerevole. Muore nel 2021 all’età di 96 anni.
Suo figlio Wade Clarke dice di lei:
“Ha deciso che la cosa che poteva fare meglio era aiutare le persone a capire come poter essere genitori migliori”.
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Un momento in cui iniziare a fidarsi e un altro in cui cominciare ad esplorare: le basi di sviluppo tra 0 e 18 mesi
0-6 mesi (fidarsi è importante): in questa primissima fase di sviluppo, comincia per il bimbo a profilarsi la vera e propria conoscenza del mondo: approccia per la prima volta con l’esterno e prova a FIDARSI. Riconosce la sua mamma e le persone che si prendono cura di lui. Gli stimoli efficaci lo rendono felice, emette i suoi primi vocalizzi, sorride e gioca con chi lo coccola e gli fa dei buffi rumori. Piano piano anche gli altri bambini intorno destano la sua attenzione, scalcia per l’allegria e comincia a sorridere anche alle persone che non conosce, che non fanno parte della famiglia.
6-18 mesi (esplorare che passione) Il bambino dai 6 ai 12 mesi – Diventa Assistente Infanzia (assistenteperinfanzia.it): in questa seconda fase di sviluppo, il bambino è sempre alle prese con il mondo che lo circonda, ma adesso ne inizia ad essere il protagonista, comincia un approccio più fisico. A livello psicomotorio è indubbiamente più attivo, per cui si muove con più facilità, riuscendo a compiere nuovi e diversi movimenti:
- Striscia e gattona Gattonare: I benefici per lo sviluppo cognitivo dei bambini – (assistenteperinfanzia.it) a terra. Riesce a stare seduto senza gli appoggi.
- Afferrando gli oggetti, li getta per vedere come cadono e i suoni che ne derivano.
- Più avanti nel tempo, inizia a muovere i primi passetti con l’aiuto; riesce a prendere gli oggetti, i giocattoli e li inserisce in un recipiente, creando una altalena di “leva e metti” che lo aiuta nello sviluppo della motricità della mano.
Ecco, dunque, che si aprono le porte alla vera esplorazione, afferra, tira, spinge, tocca e porta con sé; addenta quello che incontra per conoscere quello gli sta intorno. Il genitore, in questa fase così impegnativa, deve cercare il più possibile di andare verso questi bisogni e, in momenti ben precisi della giornata e con la dedizione necessaria, mettersi accanto al bambino accompagnandolo nell’esplorazione, sostenendolo da vicino e lasciandolo scoprire il più possibile.
Il pensiero e gli altri intorno: le fasi di sviluppo tra 18 mesi e 6 anni
18 mesi-3 anni (pensare è vita): in questa fase di sviluppo, entra a far parte della vita del bambino il ragionamento. Il bimbo inizia ad ascoltare con estrema attenzione le spiegazioni dei genitori e il suo approccio con l’esterno, con il mondo, diventa oltre che fisico anche “intellettuale”; la sua mente si apre al pensiero e alla comprensione di ciò che gli viene detto, con le sue prime paroline comunica e si mette in contatto con gli altri. Ha sempre di più il desiderio di parlare per farsi capire meglio, per far arrivare le sue richieste e i suoi bisogni con maggior chiarezza.
Da non dimenticare che questo è anche il periodo del “no”, ovvero, quel momento in cui il bambino prende coscienza di poter farsi ascoltare, sottoponendo i genitori a delle piccole prove, anche attraverso i “capricci” Cosa sono veramente i “capricci”: alcune riflessioni (assistenteperinfanzia.it). Cerca di misurare la capacità dei genitori di imporre dei limiti chiari e precisi, per testare fin dove le sue richieste possono arrivare.
3-6 anni (il bambino e gli altri): questa è la fase di sviluppo in cui il bambino è rivolto verso gli altri suoi coetanei: entra nella scuola dell’infanzia e si mette in relazione con una classe, la maestra diventa un altro adulto di riferimento. Impara a giocare con gli altri e conosce nuove personalità con cui confrontarsi e crescere insieme. Anche con gli adulti cerca un dialogo costruttivo e lo fa attraverso le tantissime domande, infinite e particolari, che inizia a porre per avere riposte e chiarimenti su quello che vede e osserva intorno a sé, ad esempio: perché? Come? Quando? Cosa succede se…? E moltissime altre…
Il bambino in questa fase sta realmente crescendo sotto tutti i punti di vista: fisico, emotivo e cognitivo. Ognuna di queste parti entra in relazione con l’altra ed insieme creano un meraviglioso equilibrio, da cui poi il bambino potrà trarre la sua personalità più vera.