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Il sonno dei bambini nella prima infanzia: le sane abitudini da coltivare

Il sonno dei bambini nella prima infanzia: le sane abitudini da coltivare

Il tema del sonno nei bambini più piccoli, per la precisione dalla nascita ai tre o quattro anni circa, è stato spesso discusso da terapeuti familiari, pedagogisti e psicologi con grande centralità, per via dell’influenza, di non poco conto, che questo momento della giornata ha sul benessere psicofisico del bambino ma anche sulla qualità della vita dei genitori stessi.
La psicologa Silvia Veggetti Finzi e la giornalista Anna Maria Battistin, nel loro libro “A piccoli passi”, ci parlano “dell’ora della buonanotte”, come un momento non esattamente definibile “buono” anzi tutt’altro, visto che, molto spesso, i genitori si trovano ad affrontare la “messa a nanna” dei loro bimbi molto piccoli, o comunque di un’età che non va oltre quella scuola dell’infanzia, in situazioni davvero delicate e poco rilassanti. Avviene tutto, infatti, in un clima decisamente cupo, preoccupato e capita di arrabbiarsi facilmente e perdere la pazienza, creando un momento spiacevole per tutta la famiglia.
Soprattutto intorno ai due o tre anni che, comunemente, i bambini accentuano il loro rifiuto nell’andare a coricarsi, nonostante la stanchezza, così viene a delinearsi tra loro e i genitori un vero e proprio “braccio di ferro” …

Come conciliare il sonno del bambino

Come poter intervenire per conciliare il sonno, il rituale come potrebbe diventare meno complicato, stressante, frustrante e “battagliero”? Importanti alcuni accorgimenti o abitudini che aiuterebbero senz’altro il momento del sonno serale dei nostri bimbi:

innanzitutto, stabilire degli orari in cui andare a dormire:

che siano sempre i medesimi ogni sera;

che siano decisi dai genitori senza che ciò possa essere discutibile;

che si innesti quindi un’abitudine, un rituale ben definito da rispettare; saranno di conseguenza i ritmi fisiologici a beneficiarne.

Nel coricarsi sarà bene anche utilizzare un gioco, peluche o anche una musica dolce che possa allietare il momento del sonno.

Per ultimo, ma non di certo per importanza, un altro rituale benefico, per far addormentare serenamente il nostro bimbo, è la lettura delle fiabe; caratteristica di questa routine la sua ripetitività, che avrà sicuramente un effetto rassicurante e rilassante per il bambino in procinto di prendere sonno.

L’importanza del sonno per il cervello dei nostri bambini

Il pedagogista Daniele Novara, il più noto in italia, ci parla, nel suo libro “Non è colpa dei bambini”, della qualità del sonno dei bambini, dei ritmi fisiologici da assecondare e delle sane abitudini da coltivare prima andare a letto; di come questi siano importanti per un sano e corretto sviluppo mentale del bambino, citando le parole di una ricerca condotta da un gruppo di pediatri dell’University College di Londra :

“c’è una correlazione evidente fra il momento della nanna e i problemi comportamentali. Non avere una routine e un orario “fisso” per dormire provoca una specie di jet lag nei più piccoli e questo non è positivo per il cervello, il suo funzionamento e il suo sviluppo”.

Ecco, dunque, il palesarsi di situazioni che presentano dei bambini sempre più agitati sia durante il giorno, a scuola e poi la sera, nervosi e su di giri, adrenalinici e con serie difficoltà nel gestire l’iperattività.
Ad incrementare e favorire tutto ciò, purtroppo, è l’idea che, nei momenti precedenti l’ora del sonno/nanna, si debba far scaricare il bambino: “facciamolo stancare bene così crolla” … il famoso “crolla”, tanto in uso dai genitori per auspicare un sonno immediato dopo attività frenetiche e poco rilassanti, non risulta assolutamente verificarsi, l’adrenalina prima di coricarsi non faciliterà l’addormentamento del bambino; dunque, sarà complicato assicurare un sonno disteso anche per tutta la famiglia.

Dispositivi tecnologici: i “nemici” del dolce dormire


Altra routine sbagliata, deterrente per il sonno dei nostri piccoli, è l’uso dei dispositivi tecnologici: come tablet, telefonini, la televisione, o anche i videogiochi prima della nanna; l’esposizione alle luci artificiali non contribuisce assolutamente a produrre l’ormone del sonno, ovvero la melatonina.
Una ulteriore ricerca, che ci sottolinea sempre il pedagogista Daniele Novara, ricerca dell’Università del Colorado, ha confermato nettamente la relazione tra disturbi del sonno e uno sviluppo tardivo del cervello, delle funzioni esecutive dei nostri bambini, affermando quanto segue: “purtroppo i disturbi del sonno dell’infanzia possono incidere in maniera negativa sullo sviluppo cognitivo ed emozionale: favorire un addormentamento veloce e sereno è perciò fondamentale”. La ricerca in questione ha trattato e studiato proprio come la mancanza di produzione dell’ormone del sonno coincida con un addormentamento tardivo e poco rilassante del bambino.

Quando manca di notte… il giusto complemento si chiama “pisolino” pomeridiano


Conseguenza negativa, derivante da quanto descritto sopra, è appunto la mancanza di sonno o deprivazione di sonno, sì per la famiglia, ma a risentirne di più sicuramente i nostri piccoli in crescita.
Daniele Novara ci parla della quantità di sonno, in termine di ore, che un bambino della scuola dell’infanzia, di tre anni mediamente quindi, dovrebbe dormire: esattamente dalle 11 alle 12 ore per raggiungere un giusto riposo.
Senza le giuste abitudini, difficilmente si riescono a raggiungere quel tot. di ore, allora il suggerimento che spesso aiuta, a complemento di quanto è venuto a mancare durante la notte, è quello di aggiungere una fase di sonno pomeridiano, ovvero il “pisolino”.
Questo pisolino è quindi l’unico modo per riuscire a compensare quanto il bambino non è riuscito a dormire di notte (con le errate abitudini). Recuperare il sonno diventa estremamente necessario, fondamentale per il ripristino di alcune attività neuronali del cervello del nostro bambino. In una età che va dai due ai quattro anni circa, per cui nel pieno della scuola dell’infanzia, di una vitalità e un dispendio di energie fortissimo ed intenso, l’unico modo risulta proprio il riposo pomeridiano, laddove esistano delle problematiche sul sonno notturno.
Dunque, il sonno ha un ruolo decisivo per la sana maturazione cerebrale dei bambini, sia esso “ristoratore” o solo di recupero delle ore perse, protegge le funzioni cognitive e diviene un’esigenza primaria, quasi fisiologica, che il corpo richiede affinché il funzionamento non venga leso nei suoi meccanismi più delicati