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Genitore non si nasce, si diventa… Sì, ma per scelta consapevole!

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Genitore non si nasce, si diventa… Sì, ma per scelta consapevole!

Quando si decide di diventare, consapevolmente, genitore, si sceglie un percorso non sempre facile: bello e straordinariamente intenso, ma pur sempre complicato. La scelta presuppone che si sappia, almeno in parte, a cosa si va incontro e si fa una scelta libera da condizionamenti, libera e onesta; pura e semplicemente piena di amore.

Imparare a comprendere i bisogni del bambino

Il bambino che viene al mondo ha bisogno di cure ma anche di costante presenza emotiva; anche se il lavoro porta via del tempo, che sia efficace quello che rimane da trascorrere.

Le richieste di attenzione, soprattutto nella fascia di età che va tra 0-6 anni, sono normalissime e necessarie. Rincasare stanchi è normale, ma cercare di fare del proprio meglio è altrettanto doveroso. Meglio evitare atteggiamenti poco inclini alla comprensione, evitando frasi che possano far sentire in colpa il bambino per le necessità che vuole comunicare.

Non è il bambino a doversi fare carico delle frustrazioni dei propri genitori, non ha chiesto lui di venire al mondo, ma vuole ed è desideroso solo che lo si accompagni durante la crescita, con pieno sostegno e tantissima premura, senza sentirsi, a volte, un “peso da scaricare”. Il bambino che viene al mondo non ha responsabilità: quello che impara, le sue azioni ed il carattere dipendono esclusivamente da come viene accolto, cresciuto e educato.

Non ci sono le “pesti” o bambini “troppo vivaci”, chi non vuole far dormire i genitori per dispetto o chi “fa capricci” per dar fastidio.

I bambini vanno “decifrati” nel bene e nel male (nei momenti più critici) e mai, assolutamente, incolpati per qualcosa che non spetta loro decidere. Un esempio è l’ora della nanna: sono la mamma o il papà ad impostare dei limiti e delle regole, non  dipende quindi dal bambino se si attarda nell’andare a dormire.

Essere un genitore responsabile… e felice!

Steve Biddulph, terapista familiare che si è dedicato alla educazione dei genitori nella crescita dei propri figli, è autore di molti libri, tra cui il best seller “Il segreto dei bambini felici”. Il testo è una guida molto positiva per tutti i genitori che vogliono impegnarsi a pieno in questo meraviglioso percorso.

Nel testo, il nostro autore ci parla di come un buon genitore abbia tre responsabilità semplici, ma talvolta dimenticate, ignorate, magari poco chiare o mal comprese nella giusta misura:

  • La prima si riferisce al fatto che è giusto e doveroso anche prendersi cura di sé.
  • Poi, la necessità di curare il rapporto di coppia.
  • Ovviamente, la terza ma non per ordine di importanza, la cura dei propri figli, che deve essere sempre costante e mai superficiale.

Perché ci siano bambini e figli felici, è naturale che i genitori debbano a loro volta farsi sempre forza con il loro amore reciproco, innanzitutto, e mantenendo fede a quanto promesso reciprocamente. Dopo di questo, si va ad includere e a non tralasciare mai il proprio personalissimo rapporto con se stessi: è importantissimo imparare a “staccare la spina”, trovare del tempo da dedicarsi e dei momenti piacevoli da trascorrere per riappropriarsi di pensieri gradevoli o interessi da coltivare.

Biddulph afferma come sia tutto collegato e come le prime due responsabilità non siano slegate da quella relativa all’accudimento e all’amore verso i figli. I bambini percepiscono la serenità in casa, vivono emozioni positive se chi li ama è appagato e soddisfatto di sé; la loro crescita e il loro sviluppo psicoemotivo non possono che giovarne. Il genitore veramente responsabile unisce tutto ciò, senza escludere l’uno o l’altro bisogno, evitando così frustrazioni e stress interamente riversabili sul proprio bambino/bambini.

Il genitore e lo stress

Lo stress non è mai portatore di elementi positivi, ancor di più se accompagnato da forte stanchezza e dalla responsabilità di mettersi in contatto con la parte interiore di una creatura piccola, che non è ancora in grado di capire cosa passa nella mente e quali emozioni stiano attraversando la propria mamma o il proprio papà.

In questa situazione, è il bambino a farne le spese perché sentirà addosso tutto il peso di una situazione profondamente negativa. Il bambino chiede di respirare serenità, felicità e benessere, che i suoi genitori siano contenti della loro vita, e che non riversino su di lui problematiche, rabbia e frustrazione.

Molto spesso questi sentimenti negativi portano i genitori a caricare i figli di responsabilità assolutamente prive di fondamento e, addirittura, comportarsi nella maniera più scorretta possibile, facendo sentire il piccolo in colpa con frasi del tipo:

  • “Io ho fatto tutto per te, ora tu devi…”
  • “Ti ho messo al mondo e mi devi ringraziare”.
  • “Abbiamo rinunciato a tutto per te”.

Il “mestiere” del genitore, la vita da genitore, non deve essere un obbligo: è una scelta libera, consapevole e, soprattutto, come afferma sempre Biddulph: “Essere genitore si fa per se stessi”.

I bambini nascono, vengono al mondo e non sanno nulla, non lo scelgono e non devo pagare nessuno “scotto”, non c’è risarcimento verso i genitori, e nessun debito.

Si sceglie di dare l’amore incondizionatamente e senza richieste in cambio, ci si prende tutta e tutte le responsabilità e si accetta il bambino come un piccolo innocente essere che, crescendo, è solamente il frutto di quanto vive e sente intorno a sé, assolutamente senza colpa alcuna.