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Il libro “Ufff…”: riscoprire il valore del gioco

gioco

Il libro “Ufff…”: riscoprire il valore del gioco

L’autrice di questo libro per bambini è una delle più amate del Belgio, Claude K. Dubois, nata nel 1960. La sua formazione è caratterizzata da studi sull’illustrazione all’École supérieure des Arts Saint-Luc di Liège; si dedica agli albi illustrati, alla scultura, alla pittura, poi alle riviste e alla pubblicità. Claude ha prodotto centinaia di album per bambini. L’autrice ha esposto in varie gallerie d’arte e centri culturali, ha inoltre ricevuto numerosi premi, e i suoi lavori sono stati tradotti in più di venti lingue.

La trama di “Ufff…”

Con questa storia, attraverso il racconto della giornata di due paperotti, si cerca di comunicare e trasmettere un ritorno al gioco libero, all’aperto e creativo. Il libro apre con una immagine molto comune al giorno d’oggi: due paperotti alle prese con un videogame e totalmente coinvolti da esso. Il papà entra nella stanza, in modo repentino gli toglie il joystick dalle mani e li invita ad uscire in giardino a giocare…

Nuki e Tati, i due protagonisti, troppo abituati al gioco virtuale, si ritrovano persi e annoiati, da qui appunto il titolo del libro “Ufff…”, senza stimolo alcuno e quasi stanchi. Non sanno assolutamente cosa fare e come inventare qualche gioco, così è il papà a suggerire delle attività, osservando il loro atteggiamento passivo: corsa, calcio, andare sull’altalena, ma tutto senza un riscontro positivo da parte dei due paperotti.

Distesi su di una staccionata, non ne vogliono sapere di muoversi; il papà allora decide di gonfiare la loro piscina, come ultimo tentativo di risvegliare il vero senso del giocare. Non subito l’idea viene accolta ma, con l’arrivo del loro amichetto Gio, tutto cambia…

Gio è entusiasta e si butta in acqua felice, è munito anche di una simpatica maschera per le immersioni; dopo un po’ di ritrosia, anche i due fratellini cedono al puro divertimento, un inaspettato “prot” li fa ridere a crepapelle e allora tutto assume un tono più disteso. Decidono quindi di tuffarsi e iniziano a scherzare liberamente, sono davvero contenti di stare insieme e all’aria aperta, con il loro caro amico Gio.

Attraverso il gioco si trasforma il mondo

Se l’adulto attraverso la sua vita e il suo lavoro prova a cambiare il mondo, lo modifica con le sue azioni rivolte ad un fine, è anche il bambino partecipe di tutto ciò, ma lo fa attraverso il gioco.

“Il bambino Trasforma il mondo”, come afferma la Psicopedagogista ed esperta di tematiche educative Dolores Prencipe, con i suoi giochi e la sua attività ludica, il bimbo interpreta, apporta dei cambiamenti e “colora” il mondo con le sue idee.

L’autrice, infatti, nel suo libro “Pedagogia e didattica del gioco”, scritto anche da Francesco Barone, Docente di Metodologia del gioco, sottolinea come il bambino sia attivo e crei la sua mente attraverso il gioco; purtroppo, giochi elettronici, come ad esempio il videogame, citato nel racconto “Ufff…”, portano il bambino a non sfruttare al massimo tutte le sue capacità e qualità, l’isolamento viene accentuato e anche il pensiero e la parola ne risentono ampiamente.

L’importanza del gioco

È Importante giocare per il bambino molto piccolo e anche stare con gli altri bambini, per il suo sano sviluppo cognitivo, oltre che per il suo valore educativo:

  • Giocare aiuta a Pensare e capire.
  • Smontare serve per la manipolazione, e rimontare per creare nuove forme, interagendo con materiali differenti e vari.
  • Il gioco sviluppa ed affina le capacità logiche e creative
  • Permette al bambino di essere libero di esprimere la propria personalità.

Dolores Prencipe non demonizza il mondo virtuale e digitale, attraverso cui poter insegnare ad inventare ugualmente giochi, anche se con un linguaggio informatico, ma non nega una influenza negativa sullo sviluppo e nella stimolazione delle capacità immaginative del bambino.

Il mondo dei giochi e dei giocattoli deve, quindi, necessariamente continuare a far parte della vita dei bambini; dagli oggetti più semplici, una bambola di cui aver piana cura, un orsacchiotto da coccolare e a cui affezionarsi, ai giocattoli che coinvolgono molto di più la fantasia, l’ingegno e l’ideazione, come puzzle o costruzioni di vario genere.

SCOPRIAMO LA DIFFERENZA TRA GIOCATTOLI TRANSIZIONALI E GIOCATTOLI DA LUDOTECA

La specialista in psicoanalisi infantile Françoise Dolto, nel suo libro “I problemi dei bambini”, fa una distinzione utile tra alcune tipologie di giocattoli, affermando come sia molto importante che i bambini cambino e variino le loro attività ludiche attraverso differenti giochi e giocattoli. L’intelligenza dei bambini e la loro sensibilità necessitano di sperimentazione per poter crescere e svilupparsi.

A questo punto, la nostra autrice ci spiega meglio due differenti categorie di giocattoli: i giocattoli cosiddetti transizionali e poi quelli considerati da ludoteca.

Giocattoli transizionali

Tutti quei peluche o pupazzi, come gli orsacchiotti teneri o bambole speciali e preferite, che per ogni bambino acquisiscono un significato particolare e un posto davvero unico durante la loro primissima infanzia. Un giocattolo quindi che funge da consolazione e “riparo” nei momenti più difficili e tristi, un “compagno” di crescita costante e presente nel tempo, su cui contare e su cui riversare amore. Sono giocattoli che non si cambiano ma che restano accanto al bambino sempre; verranno conservati come ricordi indelebili dell’infanzia, non dovranno mai essere distrutti.

Giocattoli da ludoteca

Totalmente diversi da quelli transizionali perché, al contrario dei transizionali, i giocattoli da ludoteca cambiano, muovendo il bambino in più direzioni, stimolandolo nella sua creatività ed immaginazione. Ci sono libri diversi, le costruzioni, i puzzle e tanti altri giochi di logica. Questa categoria fa crescere, scoprire e creare; nuovi linguaggi e riflessioni danno al bambino input di sviluppo e lo aiutano anche a superare le prime difficoltà durante la pratica del gioco. Si impara ad essere e a vivere anche insieme agli altri bambini; lo spazio gioco in una ludoteca è certamente molto vario e frequentato da bimbi sempre diversi e pieni delle loro esperienze da scambiare.