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EDUCARE ALLA CREATIVITÀ: PERCHÈ PREFERIRE FOGLI E MATITE COLORATE ALLO SMARTPHONE

EDUCARE ALLA CREATIVITÀ: PERCHÈ PREFERIRE FOGLI E MATITE COLORATE ALLO SMARTPHONE

Lamberto Maffei, ricercatore e medico italiano, è stato Direttore dell’ istituto di Neuroscienze del CRN dal 1980 al 2008, autore del libro il Mulino – Volumi – LAMBERTO MAFFEI, Elogio della lentezza, spiega quanto sia poco consigliabile consegnare, nelle mani di bambini poco più grandi di tre anni (fotografando fra le righe del suo testo proprio una bimba nativa digitale, intenta col suo piccolo dito indice a scorrere sul touch screen di un cellulare), uno strumento digitale come lo smartphone o anche un tablet, per far trascorrere del tempo di qualità. Maffei afferma, con estrema chiarezza, come un frequente uso di strumenti digitali porti necessariamente ad una alterazione evidente delle facoltà cognitive ed esecutive di un bambino; stimolando in eccesso, attraverso una richiesta di velocità sempre più frenetica e compulsiva, viene conseguentemente a risentirne la caratteristica principale del cervello, ovvero quella che lo contraddistingue dalle “macchine veloci”: il pensiero lento e riflessivo.

L’atto del disegnare è una modalità efficace per il bambino di sviluppare la coordinazione oculo-manuale; inizialmente l’intero braccio è coinvolto durante la pratica, poi con il tempo e la stimolazione della motricità fine si arriva al solo utilizzo delle dita della manina, come ci spiega anche la giornalista e terapeuta della famiglia Nessia Laniado, nel suo testo Il grande libro de bambino. Disegnare è un’ottima attività che coinvolge non solo il movimento più raffinato, ma anche l’anima dei più piccoli: i bambini, infatti, imparano a manifestare loro stessi, le loro emozioni trapela, visivamente il loro mondo interiore anche se ancora non hanno acquisito la capacità di verbalizzare quanto stanno provando.

IL DISEGNO AIUTA IL BAMBINO NELL’ESPRESSIONE DEI SUOI SENTIMENTI, MA NON SOLO…

Il disegno è un’attività creativa che consolida nel bambino molte capacità mentali, proprio perché coinvolge la parte del cervello deputata alla costruzione e allo sviluppo delle sue funzioni cognitive ed emotive.

Il bambino, oltre al divertimento durante il suo intrattenimento artistico, riesce ad immaginare senza limiti e creare mondi fantastici e sconfinati, attraverso il disegno può anche rilassarsi, si sente libero di inventare e soprattutto di evidenziare e far emergere tutta la gamma delle sue emozioni, soprattutto se pensiamo alla pittura in tutte le sue versioni, declinazioni: colori a dita, pennelli di varie forme e grandezze, uso delle spugnette.

Quando il bambino, anche il più piccolo, iniziare a mescolare colori acrilici o tempere, comincia anche ad imparare come i colori primari, rosso giallo e blu, per magia, diano vita ad altre meravigliose tonalità vivaci: viola, azzurro, verde e molte altre ancora.

Il disegno che ogni bambino crea a casa, a scuola con i compagni e la maestra o anche  fuori, ad esempio al ristorante o sopra una panchina di un parco, è un’opera unica che contiene e regala a chi lo ammira una parte di sé; che sia pittura, colori pastelli, pennarelli o un ben assortirlo set di pastelli, comunque il bambino manifesta vitalità gioia e voglia di fare, mostrando con fierezza quanto realizzato. Si sente orgoglioso quando i suoi genitori o la maestra condividono il capolavoro e la sua autostima certamente ne giova.


IL BAMBINO DEVE SENTIRSI LIBERO DI CREARE: NO AI FACILI GIUDIZI

NESSIA Laniado, nel succitato libro, consiglia, alle figure guida principali del bambino, almeno tre atteggiamenti per concedergli la piena libertà di comunicare ciò che percepisce:

1 – Nel contesto scolastico, evitare assolutamente termini di paragone con gli altri compagni, non è una gara e non si deve volere instillare invidie o sentimenti di ostilità.

2 – Quando il bambino mostra un disegno, importante valorizzare quanto creato utilizzando non solo aggettivi qualificativi, ad esempio “bellissimo”, ma cercare di considerare il suo lavoro nel complesso, dimostrando così un sincero interesse: come è arrivato a definirlo, osservando ogni minimo dettaglio insieme.

3 – In ultimo, ma non per ordine di importanza, mai giudicare o interpretare, correggere soprattutto, oppure mostrarsi sconcertati dalla “lettura” dei suoi tratti o dalla scelta dei colori; lasciare il bambino libero di argomentare a piacimento su quanto è riuscito a ritrarre e quali sentimenti e sensazioni ha provato.

IL DISEGNO INIZIA DALLO SCARABOCCHIO…

La terapeuta della famiglia, sempre nel suo volume Grande libro del bambino. Da 0 a 3 anni. Ediz. illustrata (Il) – Nessia Laniado – Libro – Mondadori Store, ci spiega le varie fasi, le diverse età in cui il bambino passa dallo scarabocchiare ad acquisire una capacità più consolidata di rappresentazione della sua realtà. Vediamo qui di seguito:

  • verso i 12 mesi il bambino inizia a scarabocchiare, più tardi, raggiunti i 18 mesi vuole già esprimersi (forma di linguaggio non verbale) attraverso dei segni e tratti spesso simili a grovigli, confusi e bizzarri.
  • Dopo i 18 mesi, il bambino affina la sua capacità “artistica”, ma lo scarabocchio è ancora presente; utilizza con più facilità, divertendosi, tutto ciò che può essere modellabile: pasta di sale o plastilina.
  • Tra i due e tre anni, in corrispondenza dell’acquisizione di un linguaggio parlato più definito e mirato a farsi comprendere, anche la possibilità di disegnare diviene un mezzo importante per descrivere se stesso e ciò che lo circonda, l’ambiente intorno con tutti i suoi particolari da ritrarre.
  •  Da i tre anni in poi, inizia con la rappresentazione del corpo umano: volto rotondo e linee lunghe per le braccia e le gambe.

a cura di Roberta Favorito