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Quando togliere il pannolino: dal controllo della vescica all’uso del vasino

Quando togliere il pannolino: dal controllo della vescica all’uso del vasino

Silvia Vegetti Finzi, che ha insegnato Psicologia dinamica a Pavia presso l’Università, accompagnando, anche attraverso editoriali sui giornali, i neo genitori e la crescita dei loro figli, e la giornalista, Anna Maria Battistin, specializzata nelle tematiche dell’età evolutiva, ci dicono che, fino a molte generazioni del passato, non ultime quelle dei nonni di oggi, i bambini venivano messi sul vasino il prima possibile; anche prima dei 18 mesi, con la non esatta convinzione che “prima” fosse meglio,  un modo per far crescere più in fretta i bambini in tenera età; togliendo il pannolino prematuramente sarebbero stati più precoci, una sorta di intelligenza accelerata; tralasciando quindi lo sviluppo psico-emotivo, necessariamente collegato con lo sviluppo dei ritmi fisiologici graduali di ognuno, spontaneo e assolutamente non forzato.

Oggi le cose si sono evolute, sono cambiate grazie soprattutto agli studi in merito, alle attenzioni rivolte agli impulsi dei bambini spontanei e collegati, in particolar modo, ai loro comportamenti, al loro carattere. Come spiega Nessa Laniado, terapeuta della famiglia e giornalista che ha pubblicato anche numerosi libri di gran successo tra cui Il grande libro del bambino: “Da 0 a 3 anni“, non tutti i bambini nella medesima età acquisiscono il controllo della vescica, è un processo lento che necessita delle dovute cure e attenzioni da parte dei genitori: il controllo della vescica, circa dopo i due anni e mezzo, comincia a divenire consapevole da parte del bambino, che non ha più un riflesso automatico nello scaricare, ma i muscoli che sovrintendono alla espulsione della pipì, ovvero gli sfinteri, sono abbastanza sviluppati da far sì che il bimbo sappia gestire, attraverso gli stimoli sempre più definiti ed intensi, i suoi bisogni fisiologici, riuscendo dunque a ritardare il momento dell’evacuazione. 

Provare prima dei due anni di età, come si faceva un tempo, non ha alcuna praticità o non aiuta allo sviluppo precoce del bimbo, anzi, non essendo preparato a livello fisiologico, nel pieno controllo del suo corpo, si potrà andare solo incontro ad uno stato di frustrazione ed inadeguatezza del bambino stesso.

Vasino come giocattolo: utile risorsa per iniziare a togliere il pannolino

Dato per assunto il concetto che, solo dopo i due anni e mezzo si debba iniziare a togliere il pannolino, vediamo, anche attraverso il supporto delle teorie della terapeuta succitata Laniado, come poter intraprendere questo percorso molto delicato:

  • Partiamo da quello che è un concetto applicabile a molte situazioni che si possono incontrare quando abbiamo a che fare con un bimbo in tenera età, ovvero cercare sempre di parlargli avvisandolo in anticipo di ciò che avverrà: anche nel caso del pannolino, annunciamogli questo cambiamento qualche settimana prima di iniziare la nuovissima fase di crescita.
  • Una volta affrontata la tematica, iniziamo anche a leggere delle storie in cui i protagonisti saranno alle prese con una evoluzione che li porterà a conoscere ed utilizzare il vasino, non indossano più il pannolino.
  • Un altro mezzo, oggetto utile, come i libri, sarà sicuramente la presentazione iniziale, sotto forma di giocattolo, del vasino: proponiamo di utilizzarlo per i suoi giochi, affinché possa prendere la confidenza necessaria per il suo corretto scopo, scoprirà da solo a cosa serve ma i genitori saranno lì a guidarlo, ovviamente.
  • Avendo avuto modo di familiarizzare con il vasino-giocattolo, poi si potrà passare, avvicinandosi alla data che abbiamo deciso, come inizio ufficiale per l’abbandono graduale del pannolino, ad una tipologia di vasino, sì sempre “giocattolo”, ma in questo caso, andrà ad essere il primo che il bimbo utilizzerà;  di grande efficacia sarà una tipologia che porta con sé un suono, un trillo che sentirà il bambino ogni qual volta seduto espellerà la pipì; sarà una gratifica, emozione di gioia, sorpresa ed un rinforzo decisamente  positivo, che lo indurrà a ripetere l’azione, appena lo stimolo dei suoi bisogni si manifesterà nuovamente.
  • La bella stagione estiva ci supporterà in questo, il caldo sarà partecipe e collaborerà nel poter spogliare il bimbo; provando quindi a togliere il pannolino, per cominciare, solo qualche ora ogni giorno, spiegando e promuovendo la libertà di movimento in tutto ciò.

Tolto il pannolino di giorno… e per la notte?

Ormai intrapreso questo percorso di cambiamento delle abitudini, il genitore non deve far sì che rinforzare la nuova routine del bambino, rimanendo accanto e soprattutto lodando tutti i suoi progressi, assieme alle volte in cui invece potranno presentarsi delle ricadute; sì, perché questa fase non sarà sempre costante negli step imparati, in special modo nella fase iniziale. Potrà accadere che il bambino, distratto dal gioco, come ci racconta anche la terapeuta Nessia Laniado dimentichi di dover fare pipì/cacca e di conseguenza non raggiunga nel giusto tempo il vasino, ecco che il rimprovero e addirittura l’accusa di “aver sporcato”, attraverso l’uso di toni offensivi e di accusa, non sarà di certo un approccio adatto a far cambiare l’atteggiamento del bambino; non  migliorerà affatto ma regredirà, in lui si svilupperanno insicurezze che lo spingeranno a sbagliare di più, aver paura dell’errore, di creare un fastidio, disagio ai genitori, tutto ciò lo farà sentire inadeguato e poco apprezzato.

Consolarlo e comprenderlo, con delle parole di accoglimento e apertura verso lui, sarà la strategia più giusta e appropriata, facendolo sentire comunque amato nonostante l’evento eccezionale accaduto.

Quindi, se durante il giorno, soprattutto nei primi tempi, il controllo della vescica e l’uso del vasino risulterà spesso incontrare degli ostacoli, prima della definitiva acquisizione di consapevolezza, di notte il controllo della vescica sarà ancora più complicato da raggiungere. Possiamo immaginare che, se durante il giorno possa accadere di distrarsi, di notte, mentre si dorme, sarà ancora più difficile “ascoltare” il proprio corpo, gli stimoli potranno risultare  ancora troppo deboli. 

Lasciamo quindi che ci sia una acquisizione rinforzata e primaria durante il giorno, e se a tre anni circa, di notte, non è ancora pronto (ma può accadere anche fino cinque / sei anni) non preoccupiamoci affatto, teniamo il pannolino senza problemi, evidentemente il sonno profondo non permette la percezione dello stimolo e non possiamo fare altro che seguire questo stato fisiologico, non allarmiamoci assolutamente, perché sarà normale e naturale. 

Piuttosto, un consiglio utile potrebbe essere quello di cominciare, durante la notte, a far indossare, invece che il solito pannolino, una mutandina elastica, sempre assorbente, per iniziare a dare al bambino l’idea futura di come il suo vestiario intimo verrà a modificarsi per la sua ninna, con lo scopo di prepararlo mentalmente al successivo traguardo di crescita.