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IL SONNO DEL BAMBINO: ASPETTATIVE, FALSI MITI E REALTÀ

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IL SONNO DEL BAMBINO: ASPETTATIVE, FALSI MITI E REALTÀ

IL SONNO DEL BAMBINO: ASPETTATIVE, FALSI MITI E REALTÀ

Più che la mancanza di tempo libero, la difficoltà di riuscire a farsi una doccia, la fatica di prendere un caffè con gli amici, i neogenitori lamentano la mancanza di sonno. Si moltiplicano le leggende metropolitane di neonati capaci di restare svegli per giorni e giorni, di genitori costretti a vagare in automobile di notte per far addormentare il bambino e di piccoli tiranni in grado di torturare mamme e papà con i loro occhietti spalancati alle tre del mattino.

Probabilmente riusciremmo ad evitare una buon dosa di frustrazione e stanchezza se solo sapessimo che il sonno del bambino è profondamente diverso da quello dell’adulto, e che generalmente le nostre aspettative rispetto alla nanna sono fondate su credenze assurde tanto quanto quelle citate poc’anzi.

Dormire è qualcosa da imparare

Nel momento in cui lascia l’avvolgente abbraccio del pancione di mamma, il neonato sarà chiamato a fare una serie di cose per lui assolutamente nuove: respirare, piangere, evacuare, nutrirsi… Cambia ovviamente anche il modo di dormire!
Durante la gravidanza la mamma avrà certamente potuto notare che il piccolo è più reattivo quando lei è distesa e ferma , mentre lo percepisce “a riposo” quando lei cammina perché il movimento lo culla; prendere il bambino in braccio e cullarlo risulta essere uno dei modi più semplici per farlo addormentare proprio perché viene riprodotta la condizione di sonno prenatale.

Il sonno del bambino e quello dell’adulto

A differenza degli adulti, i bambini necessitano di dormire per molte ore al giorno, talvolta fino a 18,  con cicli molto irregolari: essi sono infatti più brevi di quelli di un adulto anche se la fase REM (ovvero la fase di sonno attivo) risulta essere in proporzione più lunga: in fase REM il sonno del neonato è più leggero e facilmente disturbabile e questo spiega il motivo per cui i bambini molto piccoli fanno pisolini brevi e frequenti.
Con il passare del tempo le fasi REM diventeranno via via più corte e i bambini impareranno a dormire sempre di più.

Stancare molto il neonato NON aiuta a farlo addormentare

Sottoporre il neonato ad una serie di attività stimolanti per farlo dormire più a lungo, si rivela in realtà controproducente perché più il bambino è stanco e peggio dormirà.
E’ invece auspicabile dare al neonato la possibilità di addormentarsi ai primi segni si stanchezza, prima cioè che sopraggiungano fastidio e frustrazione.

I segnali che il bambino ha sonno

Sono molto facili da distinguere. Il piccolo si strofina gli occhi, si tira le orecchie, sbadiglia, si stira, fissa il vuoto, si lamenta e inizia a diventare irritabile.
Se non si interviene tempestivamente è possibile che il piccolo si riattivi e che ci voglia poi più tempo per farlo addormentare. Quindi nessuna paura se un apparente bisogno di dormire si trasforma dopo qualche minuto in desiderio di giocare: recupereremo appena la stanchezza sopraggiungerà di nuovo.

Le aspettative

Considerando le necessità nutrizionali del bambino (che mangia poco e spesso sia di notte che di giorno), il suo bisogno di adattarsi alla vita e la necessità di ritrovare quanto più spesso possibile il confortevole e rassicurante abbraccio della mamma, pensare che un neonato possa dormire 8-12 ore di fila è assolutamente irrealistico.

Facciamo la nanna

Il modo migliore per permettere a tutta la famiglia di riposare adeguatamente è quello di praticare il sonno condiviso: bambino nel lettone oppure nella culletta immediatamente vicina alla mamma.
Non ci sono controindicazioni di nessun genere nel dormire insieme al neonato: non è vero che il sonno condiviso è ragione di vizio o attaccamento morboso e infatti esso subirà sostanziali modifiche con il passare dei giorni, fin quando il bambino sarà in grado di dormire nel suo lettino per tutta la notte.

I metodi da evitare

Non lasciamoci ingannare da chi propone facili rimedi per insegnare al bambino a dormire da solo in 3 semplici mosse: sarebbe come chiedergli di imparare a camminare in 3 giorni! Lasciar piangere il bambino da solo finché non si addormenta è una pratica tanto diffusa quando crudele che costringe il bambino a sperimentare un terrificante senso di abbandono a se stesso.

Il rituale della nanna

Molto più utile e rasserenante per tutta la famiglia risulta invece essere la creazione di un rituale della nanna, ovvero di un insieme di azioni che aiutino piano piano il bambino a comprendere che è ora di andare a dormire: il bagnetto, la favola della buona notte, la ninna nanna ripetuti tutti i giorni grosso modo alla medesima ora sono infinitamente più rispettosi della sua sensibilità oltre che del nostro bisogno di risposare.

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