Ansia e depressione nel bambino: come riconoscere i segnali
L’ansia e la depressione sono disturbi che possono colpire non solo in età adulta ma anche in età evolutiva, sebbene con alcune differenze in termini di sintomatologia. Per riconoscere precocemente l’insorgenza di sintomi di tipo ansioso o depressivo è, quindi, necessario prestare attenzione ai campanelli d’allarme comportamentali, fisici e psicologici manifestati dai più piccoli, così da poter intervenire prontamente.
I sintomi dell’ansia nel bambino
L’ansia infantile si manifesta, solitamente, come una forte sensazione di angoscia legata a specifici eventi o situazioni (es: ansia sociale, ansia da separazione) oppure come uno stato d’ansia generale. Tuttavia, può presentarsi anche sotto forma di disturbi compulsivi oppure sfociare in attacchi di panico.
Tra i bambini più piccoli, il disturbo d’ansia più comune dell’infanzia è il disturbo d’ansia da separazione, che si caratterizza per un’eccessiva sensazione di angoscia, paura e insicurezza nel doversi allontanare da casa oppure dalle figure di riferimento.
Nei bambini più grandi, invece, si può riscontrare una maggiore presenza di stati d’ansia generali, mentre attacchi di panico e fobie tendono a insorgere più avanti, in fase preadolescenziale.
Sebbene l’ansia si possa manifestare sotto forme differenti nelle varie fasce d’età, vi sono alcuni sintomi che accomunano le diverse forme e si riscontrano con una certa frequenza nei pazienti che soffrono di disturbi d’ansia in età evolutiva:
- stati d’ansia e di inquietudine,
- sbalzi d’umore oppure cambi d’umore repentini,
- nervosismo e crisi di agitazione,
- manifestazioni (anche verbali) di disagio, lamentele,
- evitamento di azioni o situazioni (es: allontanarsi da casa o dal genitore, interagire con altre persone).
I sintomi della depressione nel bambino
La depressione infantile è, purtroppo, un disturbo che si osserva con sempre maggiore frequenza e tra bambini di età sempre più bassa. Nel bambino, la depressione può manifestarsi attraverso sintomi emozionali, cognitivi, comportamentali e/o neurovegetativi.
Sintomi emozionali:
- tristezza, irritabilità, rabbia,
- perdita di allegria;
- autocommiserazione;
- tendenza al pianto.
Sintomi cognitivi:
- senso di colpa ingiustificato;
- scarsa opinione di sé e bassa autostima;
- difficoltà di concentrazione;
Sintomi comportamentali:
- isolamento sociale;
- basso rendimento scolastico;
- autolesionismo.
Sintomi neurovegetativi:
- affaticamento;
- perdita dell’appetito e calo del peso;
- dolori e malessere generale;
- disturbi del sonno.
Trattamento di ansia e depressione in età evolutiva
Poiché l’ansia e la depressione possono colpire bambini anche molto piccoli, è fondamentale, innanzitutto, che i genitori e gli insegnanti siano coinvolti nel percorso di cura o di trattamento del disturbo e vi partecipino attivamente. Per questo motivo, può essere opportuno frequentare alcune sessioni di “parent training” o “teacher training” (letteralmente “allenamento” del genitore o dell’insegnante), finalizzate a formare e informare genitori e insegnanti che vivono a stretto contatto con bambini affetti da ansia o depressione infantile riguardo ai loro disturbi, ai sintomi a cui prestare attenzione e ai possibili strumenti da utilizzare per migliorare la vita del piccolo sia a casa che a scuola.
Uno degli strumenti più efficaci e più utilizzati per il trattamento dei disturbi d’ansia e depressivi in età evolutiva è la terapia cognitivo-comportamentale. Grazie alle tecniche di ristrutturazione cognitiva, infatti, il terapeuta insegna al bambino come gestire e ridurre i pensieri negativi, identificandoli e modificandone il contenuto.
In particolare, un percorso di terapia cognitivo-comportamentale applicata con bambini e adolescenti prevede le seguenti fasi:
- Lo specialista illustra ai genitori e al bambino le dinamiche che legano situazioni, pensieri ed emozioni, spiegando l’effetto delle distorsioni cognitive tipiche del pensiero ansioso;
- Lo specialista insegna al bambino a monitorare e identificare i pensieri ansiosi;
- Il bambino impara a mettere in discussione le conseguenze dell’evento temuto (es: andare a scuola, allontanarsi dal genitore, parlare con gli altri bambini) e a generare “pensieri calmanti” basati su una valutazione realistica dell’evento ansiogeno.
- Il bambino è esposto a situazioni potenzialmente ansiogene, in modo graduale, e impara a ridurre pensieri negativi e comportamenti evitanti.
Per approfondire
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