L’importanza del canto materno per il bambino
La musica è uno strumento fondamentale per la crescita del bambino; tuttavia, non tutta la musica ha lo stesso effetto: recenti studi, infatti, hanno dimostrato come il canto materno, più della musica strumentale, sia in grado di attirare l’attenzione del bambino e favorire lo sviluppo dei processi cognitivi, emotivi e linguistici nella prima infanzia.
Musica, parola e canto materno
Nel corso degli ultimi vent’anni, molti studiosi di psicologia evolutiva hanno concentrato l’attenzione sui domini della musica e del linguaggio, evidenziando come, nei bambini esposti formalmente o informalmente ad alti livelli di attività musicali, si assista generalmente a migliori risultati linguistici. In particolare, i risultati di Zhao e Kuhl (2016) suggeriscono che la previsione dei modelli uditivi, abilità cruciale sia per la musica che per il discorso, possa essere influenzata positivamente dal coinvolgimento precoce in attività musicali.
La linguista Simone Falk ha concentrato la sua attenzione su una particolare forma musicale: il canto diretto al bambino (anche chiamato ID, “infant-directed”), tipico, ad esempio, di ninna-nanne e filastrocche. Il canto materno contiene, infatti, tutte le informazioni fonetiche e prosodiche della lingua madre ma, allo stesso tempo, presenta una serie di caratteristiche molto simili al cosiddetto “baby-talk”, ovvero il linguaggio parlato rivolto agli infanti: un’altezza più alta rispetto al tono utilizzato normalmente, tendenza alla cantilena, e così via.
I suoi studi hanno mostrato come, rispetto agli stimoli esclusivamente sonori e a quelli esclusivamente parlati, il canto materno fosse in grado di mettere insieme “il meglio dei due mondi”, sottolineando, inoltre, la sensibilità dei bambini agli stimoli di tipo musico-verbale già dalla primissima infanzia.
I benefici del canto materno
Uno studio condotto nel 2022 da un team di ricercatori provenienti dalle Università di Middlesex (Londra), Bologna, G. D’Annunzio Chieti-Pescara e Milano-Bicocca, ha indagato più specificatamente il ruolo del canto materno (rispetto alla musica strumentale) sullo sviluppo dell’attenzione e del linguaggio nella prima infanzia.
Una prima parte dello studio, che ha coinvolto neonati di sei mesi, è andata ad analizzare il livello di attenzione mantenuto dai bambini durante l’ascolto di melodie allegre proposte sia in versione cantata sia in versione strumentale. Lo studio ha trovato che, durante l’ascolto dei brani cantati, i bambini sono rimasti attenti più a lungo rispetto all’ascolto delle versioni solo strumentali.
Questo risultato permette di dimostrare come l’attenzione dei bambini (nello specifico di 6 mesi) sia attratta specificamente dal canto, ovvero dalla combinazione di suoni vocali, discorso e struttura musicale, e non dalla sola melodia. Inoltre, lo studio ha evidenziato delle differenze anche rispetto alle forme parlate rivolte agli infanti: infatti, il canto è caratterizzato da una stabilità dell’intonazione e da un un ritmo regolare, entrambi elementi che possono aiutare il bambino a concentrarsi e stimolare un’attivazione cerebrale. Se da un lato, infatti, la regolarità (es: la struttura strofa-ritornello) favorisce la costruzione di aspettative e la segmentazione del flusso in sotto-parti facilmente individuabili, dall’altro la stabilità del tono può aiutare il bambino a identificare le regolarità fonetiche (es: rime, ripetizioni).
Inoltre, lo studio ha indagato l’influenza dell’ambiente e della famiglia in cui vive il bambino sulla sua attenzione e reattività rispetto a stimoli musicali. È stato notato come, mettendo a confronto bambini abituati all’esposizione musicale con bambini che non ascoltavano spesso musica in casa, i bambini provenienti da famiglie altamente musicali mostravano interesse e attenzione anche per altre forme musicali, per quanto resti stabile la preferenza generale per il canto (condivisa con i loro coetanei provenienti da ambienti meno musicali).
Per approfondire
Per approfondire il tema del canto materno e dei suoi benefici per lo sviluppo cognitivo nella prima infanzia, è possibile consultare gli studi citati nell’articolo.
- FRANCO, F., SUTTORA, C., SPINELLI, M., KOZAR, I., & FASOLO, M. (2022). Singing to infants matters: Early singing interactions affect musical preferences and facilitate vocabulary building. Journal of Child Language, 49(3), 552-577. doi:10.1017/S0305000921000167
- Falk, S., Fasolo, M., Genovese, G., Romero-Lauro, L. and Franco, F. (2021), Sing for me, Mama! Infants’ discrimination of novel vowels in song. Infancy, 26: 248-270. doi.org/10.1111/infa.12387
Per approfondire i benefici dell’esposizione musicale in generale, invece, sono disponibili due corsi online presenti sulla nostra piattaforma.
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