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UN PERCORSO A RITROSO DALLA GENITORIALITÀ ALL’INIZIO DI TUTTO: ATTRAVERSO IL PARTO ARRIVANDO ALLA GRAVIDANZA

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UN PERCORSO A RITROSO DALLA GENITORIALITÀ ALL’INIZIO DI TUTTO: ATTRAVERSO IL PARTO ARRIVANDO ALLA GRAVIDANZA

Generalmente si inizia dalle basi, si parte dal principio per seguire un percorso in crescita e in salita, considerando un ordine cronologico; qui di seguito invece, con l’aiuto delle appassionanti e sagge parole di Giuliana Mieli e del suo testo, capovolgiamo il tutto per arrivare “alla fine del vero inizio”.

 La psicologa, nonché autrice del libro Il Bambino Non è un Elettrodomestico, ci introduce alla tematica educativa con particolare  enfasi  tra le righe dei suoi concetti, sottolineando  come, da quando si diventa genitori, il tempo per compiere i propri doveri  e prendersi le proprie responsabilità di educatori sia davvero poco, repentino nel trascorrere. Genitori che educano affinché i figli apportino un reale cambiamento al mondo, crescere un bambino significa capire a fondo l’enorme responsabilità dietro la funzione genitoriale, la vera missione, il vero scopo dell’educazione. Il bambino, come afferma la psicologa, dipende dalle sue figure guida, mamma e papà come “fari nell’immenso mare” che è il suo cammino di vita.

Genitori come certezza e rassicurazione per un bambino, fondamentali per costruire l’impalcatura della sua personalità, che sarà, sì, unica ed indipendente poi dal nucleo familiare, ma certamente sostenuta da delle basi forti e sufficientemente capaci di consegnare dei solidi punti di riferimento durante il suo lungo “viaggio”. Un viaggio che comincia dall’idea di procreare, l’idea di concepire e volere diventare qualcosa di diverso: una mamma e un papà, che equivale già ad una reale presa di coscienza di ciò che avverrà più tardi. Senza fretta ma con costanza riflessione e a piccoli passi, ci dice l’autrice, tutto avrà una sua evoluzione proprio come il parto, attraverso le sue fasi, viene già a mostrare: impegno, difficoltà, gioie, dolori e tanta passione.

Giuliana Mieli, che è stata anche consulente per molti anni nel reparto di Ostetricia e Ginecologia dell’Ospedale San Gerardo di Monza, dedica una ampia parte alla descrizione  del parto; quanto di più straordinario vive e affronta una mamma, una coppia, considerando certamente anche l’apporto e il sostegno amorevole che un papà può contribuire a dare.

Il Parto, simbologia di quello che poi, come su scritto, in là con il tempo, due genitori si troveranno a vivere nei confronti del loro figlio: sentimenti contrastanti tra gioie dolori, fatiche impegno e tanta soddisfazione, passando per crisi e riprese, tra dubbi e certezza senza tralasciare una fortissima e travolgente passione costante; un gioco di equilibri delicati ma allo stesso tempo forti e prepotenti. Il meccanismo del parto descritto nel teso succitato è così caratterizzato: attesa e paura, dolori e momenti piacevoli; prima che il bimbo nasca si intervallano e alternano tra emozioni opposte. Ci sono pause che sono perfettamente paragonabili agli alti e bassi che i genitori devono attraversare durante la crescita e lo sviluppo di un figlio.

Il Parto è dolore e felicità all’unisono, in un meraviglioso scontro ed incontro di emozioni contrastanti; tutto è soggettivo, ma in fondo una comune esperienza è proprio questa dicotomia emozionale che rende l’evento così eccezionale. Utilizza parole significative, a tale proposito, Giuliana Mieli:

Dolore e piacere si rincorrono, si equilibrano: considerare il parto soltanto una brutale esperienza di dolore è il segno di una incapacità a comprendere la profondità e la complessità emotiva di questo straordinario evento”.

Si rende onore ad una nuova vita e la gioia è immensa e incontenibile; dunque, non solo sofferenza ma attimi di puro piacere, appunto, che riempiono il cuore di orgoglio, si festeggia un evento indimenticabile. Una esperienza che è la base di un percorso forse costellato di incertezze, ma comunque colmo di positività, si accoglie il proprio bimbo o bimba, è l’inizio di una nuova vita e la fierezza, il senso di pienezza nel cuore, è senza dubbio un sentimento ben radicato.

LA GRAVIDANZA: UN INCONTRO AMOROSO CHE DARÀ ORIGINE AL “FUTURO”.

La nostra autrice, nel suo testo, già citato sopra, include non solo la mamma nel vivere questa fierezza, ma anche il papà è parte centrale e basilare, se riesce ad essere un sostegno che infonde coraggio; la figura del compagno è necessaria e di conforto in sala parto, il papà trasmette forza alla mamma ed è lì anche lui pronto ad accogliere il suo piccolo/a. La mamma e il nuovo arrivato necessitano di protezione, una dolce amorevole custodia. Entrambi, all’inizio di tutto, hanno concorso a dar vita ad un nuovo “futuro”([…] E se è una femmina si chiamerà… Futura: Lucio Dalla) e così che nella sala parto attendono con ansia quanto hanno contribuito a creare in una fase precedente.

Ecco come siamo arrivati alla procreazione, alla fase che generatrice: una unione di corpi che si amano, stretti fisicamente, ma soprattutto emotivamente coinvolti, insieme danno vita al puro amore che poi si realizzerà durante i nove mesi che seguiranno, durante la gravidanza.

La psicologa spiega come il periodo prenatale sia di fondamentale importanza; il corpo della mamma e l’embrione si fondono e convivono, complementari e necessari l’uno all’altra. La mamma sente il suo bimbo e i due loro cuori sono connessi; entrambi concorrono a creare un corpus di emozioni senza eguali. La gravidanza anch’essa può attraversare momenti difficili, ma è pur vero che si costruiscono le basi di un rapporto che dopo il parto sarà unico. Unicità, non solo perché si presenteranno soddisfazioni e giorni di letizia, ma perché riuscirà a mettere in discussione gran parte dell’interiorità di una mamma e di un papà suscitando pensieri nuovi, propositi differenti e la voglia di dare il meglio di sé, superando molto spesso anche il peggio di sé.

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a cura di Roberta Favorito