Il corso ha l’obiettivo di fornire conoscenze sulla figura di Maria Montessori e sugli elementi che sono alla base della sua dottrina pedagogica. In particolare, il corso mira alla trasmissione e all’apprendimento di alcune attività pedagogiche montessoriane, che contribuiscono allo sviluppo psicomotorio dei bambini. Obiettivi specifici: Conoscenza teorica della dottrina pedagogica montessoriana; Conoscenza del percorso evolutivo del bambino nei primi tre anni di vita; Conoscenza delle attività per il raffinamento psicomotorio; Conoscenza delle attività …
Il gioco non è un passatempo, ma per il bambino è un lavoro vero e proprio, è la sua attività principale, perché attraverso questo impara e quindi, imparando, cresce. Ma quale significato assume il gioco per il bimbo? Secondo la psicologa Cristiana De Ranieri al gioco possiamo attribuire una grande varietà di significati, tra cui: – Divertimento – Esplorazione del mondo, avventura e scoperta di sé …
Fin dai primi momenti di vita il bambino inizia a sviluppare una relazione di attaccamento con la mamma, la figura primaria; si tratta di comportamento innato, in comune con altre specie animale, finalizzato alla sopravvivenza. Tra madre e bambino si crea un legame spesso esclusivo che al primo distacco dalla madre porterà a manifestazioni particolari di …
Dipingere è un’attività divertente e molto stimolante che può essere svolta già intorno ai 12 mesi di vita. Mentre pennelli e matitoni saranno più facili da maneggiare dopo i due anni, in età di asilo nido possiamo usare i colori a dita e invitare il bambino a usare mani e piedi (ma talvolta anche i capelli!) per produrre le sue opere d’arte.
Il latte della mamma è l’alimento ideale per il cucciolo d’uomo. L’Organizzazione Mondiale della Sanità raccomanda di:
Ci preoccupiamo moltissimo di come nutrire il nostro bambino: ci assicuriamo che il nostro latte sia sufficiente a farlo crescere bene, selezioniamo attentamente i cibi durante lo svezzamento, controlliamo il menù del nido e domandiamo chi rifornisce la mensa scolastica perché riconosciamo che alimentarsi bene permette di crescere bene.
Dopo i primissimi mesi di vita, i genitori iniziano a programmare – e spesso con ingiustificate ansie – lo “svezzamento”: questa parola, per la verità sempre meno amata perché prefigura l’idea del seno della mamma o del biberon come un “vizio” da eliminare, indica l’introduzione di cibi complementari al latte (materno o artificiale che sia) che rimarrà comunque l’alimento prevalente per il primo anno di vita del bambino.
Imparare a parlare non significa soltanto imparare a riprodurre parole.
Lo sviluppo del linguaggio è infatti l’ultima tappa di un percorso molto articolato e complesso che prevede:
I primi sorrisi, le prime parole, i primi passi… I neogenitori vivono con trepidante attesa il l’inizio di queste fasi, in alcuni casi persino con ansia quandoil raggiungimento di determinate tappe evolutive sembra tardare ad arrivare.
La fine del congedo di maternità e il ritorno al lavoro impongono alla famiglia una nuova organizzazione per delegare l’accudimento del bambino quando la mamma si assenta.
Nonni, tata, asilo nido: qual è la scelta più giusta?