GIOCARE PER CRESCERE >>> SCOPRI LE PROMO

Pescara, Piazza Duca d'Aosta 28
+390852405332
info@igeacps.it

Differenze teoriche tra Piaget e Vygotskij

piaget

Differenze teoriche tra Piaget e Vygotskij

Jean Piaget e Lev Semënovič Vygotskij  sono stati due autori che, seppure entrambi nati nel 1896, hanno sviluppato differenti ideologie concernenti lo sviluppo infantile, dal momento che sono cresciuti in differenti contesti storici e culturali (il primo è nato e cresciuto in Svizzera e il secondo in Russia).

Inizialmente Piaget è stato un biologo ed era pertanto interessato a capire come gli esseri viventi si adattassero all’ambiente circostante. Individuò quindi due processi che spiegassero questo adattamento: l’assimilazione e l’accomodamento.

Per assimilazione s’intende quel processo grazie al quale le nuove informazioni vengono inserite in appositi schemi, mentre per accomodamento s’intende la modificazione che gli esseri viventi apportano a questi schemi.

In seguito Piaget s’interessò allo sviluppo dei bambini, individuando uno sviluppo stadiale. In pratica, l’autore ci parla di:

  • Stadio senso-motorio (da zero a due anni circa), in cui cioè il bambino acquisisce la conoscenza tramite i riflessi;
  • Stadio pre-operatorio (da due a sette anni circa), in cui cioè il bambino acquisisce la conoscenza mediante il gioco simbolico, ovvero il gioco del far finta;
  • Stadio delle operazioni concrete (da sette a undici anni circa), cioè quel periodo in cui il bambino è in grado di pensare alle cose concrete, ma non a quelle astratte;
  • Stadio delle operazioni formali (da undici anni in poi), in cui cioè il bambino è in grado di ragionare anche su concetti astratti.

Questi stadi sono stati individuati da Piaget come successivi uno all’altro e pertanto nello sviluppo di un bambino non può mancare nessuno di essi. La teoria di Piaget viene individuata come una teoria cognitivista e pertanto si discosta da quella di Vygotskij.

LA PROSPETTIVA DI PIAGET

Piaget ha identificato quattro tipologie di pensiero del bambino che di solito si trova nella fase pre-operatoria (quindi dai due ai sette anni circa). Esse sono: il pensiero animistico, il pensiero egocentrico, il pensiero simbolico e il pensiero pre-logico.

Pensiero animistico

Per quanto riguarda il pensiero animistico, esso si riferisce alla capacità del bambino di considerare gli animali e anche gli oggetti inanimati come dotati delle stesse proprietà funzionali degli esseri umani. Vi sono tre periodi fondamentali di questo pensiero animistico: nei primi anni di vita il bambino tende a considerare anche gli oggetti inanimati e gli animali come gli esseri umani dal punto di vista funzionale, nel secondo periodo il bambino crede che solamente gli esseri umani e gli animali possono parlare, dal momento che possono muoversi; nell’ultimo i bambini si rendono conto che solamente gli esseri umani sono dotati anche della facoltà di parlare.

Pensiero egocentrico

Per quanto riguarda invece il pensiero egocentrico, esso si riferisce alla capacità del bambino di prendere in considerazione solo il suo punto di vista ed escludere quello degli altri.

Per spiegare il pensiero egocentrico, Piaget ha stabilito un metodo valutativo: il compito delle tre montagne. In questo compito viene posto il bambino di fronte ad un plastico raffigurante le tre montagne di Ginevra e poi gli vengono consegnate quattro immagini, ciascuna raffiguranti ognuno dei quattro lati del plastico e poi dietro al plastico viene posta una bambola. A questo punto il bambino deve indicare qual è l’immagine che secondo lui corrisponde al suo punto di vista e quale a quello della bambola. Secondo Piaget, ideatore di questo compito, il bambino in genere fino ai sette anni di vita, indica la stessa prospettiva sia per lui che per la bambola, poiché non riesce a considerare che lui e la bambola hanno due punti di vista diversi.

Pensiero simbolico

Per quanto riguarda il pensiero simbolico, esso si riferisce al gioco simbolico, ovvero al gioco del far finta, e in esso il bambino si rappresenta mentalmente qualcosa e gioca facendo finta che quel qualcosa che si è rappresentato corrisponda ad un oggetto. Per esempio un bambino che gioca a telefonare alla mamma, può farlo mettendo all’orecchio una banana.

Pensiero pre-logico

Per quanto riguarda infine il pensiero pre-logico, esso consiste nel fatto che il bambino non riesce a ragionare come un adulto. Esso subentra per esempio quando si chiede ad un bambino perché quando piove le nuvole vanno via e il bambino può rispondere che le nuvole vanno via perché non vogliono bagnarsi.

Queste tipologie di pensiero fanno parte del repertorio di tutti i bambini.

LA PROSPETTIVA DI VIGOTSKIJ

Se Piaget si rifaceva all’approccio organicistico, Vygotskij proponeva una prospettiva socio-cognitivista.

Entrambi questi autori hanno proposto due teorie differenti riguardo al mondo infantile.

Infatti, mentre Piaget sosteneva che nel bambino prima si sviluppasse il pensiero e poi il linguaggio, secondo Vygotskij il bambino imparava prima il linguaggio e poi il pensiero.

La prospettiva socio-cognitivista di Vygotskij sosteneva dunque che il bambino iniziava a sviluppare le sue potenzialità solamente se veniva inserito in un contesto gruppale e quindi solamente in relazione con gli altri.

Una delle teorizzazioni più importanti di Vygotskij  è stata quella della zona di sviluppo prossimale. Essa infatti è intesa come la differenza tra ciò che il bambino è in quel momento e ciò che potrebbe diventare in seguito alo sviluppo delle sue potenzialità e dunque all’interazione con le altre persone.