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Si rientra dalle vacanze: la sabbia solo un dolce ricordo per i nostri bambini?

sabbia

Si rientra dalle vacanze: la sabbia solo un dolce ricordo per i nostri bambini?

La parola “ricordo” mi fa affiorare nella mente una frase tratta dalle tante riflessioni della poetessa americana Louise Glück: “Il suono del mare. Solo memoria adesso”.

L’ora di ripartire per i soliti impegni quotidiani è proprio arrivata, si torna a casa, a lavoro, in ufficio, ma nel cuore e nella testa tanti stupendi momenti trascorsi lungo meravigliose spiagge, in compagnia dei nostri bimbi: il mare, l’acqua, i giochi, il relax e la fedele presenza, sempre piena di sorprese, della sabbia.

L’incontro con la sabbia

La sabbia non è sicuramente meno apprezzata del mare da parte dei nostri bimbi, anzi, è in sostanza la parte della vacanza più centrale e vissuta, che entra a far parte delle giornate serene dei nostri figli. Non si compra e ce n’è sempre a sufficienza per tutti i piccoli ma anche per i più grandicelli.

La sabbia è spesso anche il terrore di genitori magari troppo ansiosi, alle prese con la prima vacanza di un bimbo neanche più grande di un anno. La preoccupazione è che si possa essere ingerire, possa creare dei disturbi o allergie al bimbo che per la prima volta ne è attratto, coinvolto e ne fa una esperienza vivida e appassionata.

I bimbi piccoli, al di sotto di un anno ma anche prima dei tre anni, hanno quasi il bisogno di “assaggiare” questo elemento, come d’altronde fanno con il resto degli oggetti che li circonda, mettendo tutto in bocca perché è così che conoscono cosa vivono e cosa c’è vicino a loro.

La sabbia poi passa ad essere manipolata con entusiasmo e curiosità, l’esperienza tattile diventa fondamentale e le sensazioni che si provano sono di grande richiamo emotivo e un enorme beneficio per il bambino che ne entra in contatto; sperimenta ed inizia un percorso unico che, a casa, normalmente non si riesce a riproporre. A scuola però, nei nidi e nelle scuole dell’infanzia, si è scoperta una efficace modalità per ritrovare e provare le medesime emozioni date dal gioco sulla sabbia in riva al mare!

PORTARE LA SABBIA ANCHE A SCUOLA: UN APPROCCIO TERAPEUTICO

Esattamente così, questa esperienza così unica è possibile riportarla durante le attività didattiche dei più piccini. Durante un seminario, presso l’Agriscuola “Gira Girasole” rivolto ad educatori ed operatori del settore, ho avuto la possibilità di conoscere la formatrice Paola Tonelli che conduce corsi di formazione per insegnanti ed educatori su tutto il territorio nazionale e fa parte dell’AIF (Associazione Italiana Formatori); il suo progetto delle Scatole Azzurre, che ha come protagonista proprio la sabbia, ha vinto un Concorso Nazionale per la Progettazione di nuovi Prototipi per la scuola.

Paola Tonelli trae ispirazione dalla ideatrice della terapia analitica “SandSpiel” / “Gioco con la sabbia”, Dora Kalff, una psicologa molto famosa promotrice proprio di una idea straordinaria: ”Può accadere che a scuola i bambini abbiano più limiti che possibilità. Quando si gioca con la sabbia non si hanno “modelli”, non esistono canoni di gioco e ci si sente liberi”.

Paola Tonelli, nel suo testo Anche i bambini si stancanoci parla anche del suo incontro con la nota psicologa rielaborando il concetto della Kalff di come sia importante prolungare il contatto con la natura, soprattutto per i bambini abitanti di grandi città, spesso lontanissimi da elementi naturali in grado di procurare un benessere psichico. Da qui, l’idea delle Scatole Azzurre che la Tonelli decide di portare nelle classi, trovando angoli tranquilli per permettere ai piccoli di sentirsi sereni, spazi isolati per giocare a turno con questi meravigliosi contenitori pieni di sabbia:

ü Innanzitutto, l’utilizzo di una scatola azzurra, fuori e dentro, con la sabbia non proprio asciutta all’interno.

ü Poi, dei contenitori di dimensioni inferiori alla scatola, riempiti con dei piccoli oggetti come: animali, casette, conchiglie certamente, mini-pupazzi per i personaggi e anche dei sassi dalle forme più svariate, oggetti diversi e significativi per il bambino che inizia a giocare.

L’IMPORTANZA DELLA LIBERTÀ DI ESPRESSIONE

Il gioco: ecco come inizia tutto magicamente. Il gioco, soprattutto dei bambini più piccoli, inizia in un modo e poi si trasforma, cambia con estrema semplicità. Questo delle scatole con la sabbia ancora di più, tanti piccoli oggetti che offrono ai bambini moltissime possibilità, c’è creatività e fantasia, si inventano mondi e si costruiscono situazioni. Come afferma la Tonelli nel suo libro, attraverso la sabbia e gli oggetti avviene una narrazione libera e spontanea del bambino, anche il bambino più attivo riesce a fermarsi e godere di momenti rilassanti, in compagnia di una grande concentrazione e ideazione senza freni, senza limiti.

Succede dello straordinario, infatti: il bambino si fa conoscere, esprime se stesso e si apre, utilizza tutto ciò che ha a disposizione, senza nessun giudizio; inventa e costruisce, toglie e mette, ma può anche “distruggere”, nel senso più buono del termine, ovviamente non crea danni ma solo movimenti di idee, lo sviluppo psichico avanza e si nutre di sensazioni positive, fisiche e tattili, emozioni vere. La sabbia attraversa le sue mani e finalmente può toccarla anche se è in città e non è più in riva al mare; sbatte, scava, la prende nelle mani e la lascia cadere, gode pienamente della sua essenza.

L’educatore non può far altro che osservare e capire cosa sta emergendo dall’animo del piccolo esploratore/inventore… Non si deve intervenire, ma stare accanto cercando di comprendere le fantastiche scene, le storie che ne vengono fuori. Il bambino parla e racconta, imita versi o in silenzio fa dei gesti che comunque comunicano, sguardi differenti e voci che cambiano registro e tonalità.

Ognuno, insomma, crea la sua storia molto personale e molto spesso diversa l’una dall’altra, tutte però parlano del mondo interiore, spesso anche complicato, del loro creatore o creatrice, permettendo all’adulto vicino di raccogliere preziose informazioni, rielaborarle e consegnare anche al genitore aspetti sconosciuti o incompresi del proprio figlio/figlia.